I Rosmini di Rialto

Cristoforo Antonio (1573-1615)

E' un militare di medio rango, sergente maggiore in servizio al castello di Rovereto. E' figlio unico di Francesco Antonio, del quale le cronache e la memoria famigliare nulla riportano, e nipote di quell' Antonio, figlio di Rosmino, da cui aveva avuto origine la tripartizione dei Rosmini discendenti di Rosmino (rispettivamente Rosmini-Alberti, Rosmini al Malcanton e poi, dallo stesso tronco, Rosmini di Rialto). Tutt'altro status è quello di Cristoforo Antonio, rispetto alla distinzione sociale dei lontani cugini Rosmini Panfili, i Resmini, investiti fin dal 1574 di nobilitazione imperiale e in possesso di consistenti patrimoni fondiari; e ben lontano anche dal ruolo e dalla ricchezza dei Rosmini-Alberti, già da tempo impegnati in una fruttuosa attività commerciale, e dei Rosmini al Malcanton, capaci di produrre un rettore della chiesa di San Marco (Zaccaria), un influente notaio più volte provveditore (Giuseppe) e alcuni "emigrati di lusso" come il Rosmino che fece fortuna a Cracovia a inizio Seicento.
Di fronte a queste parentele, la famiglia di Cristoforo Antonio era modesta: soldato era stato il padre Francesco Antonio e così anche il primo figlio Antonio (1593-1656) stimato bombardiere al castello di Rovereto. Fu solo il secondogenito Nicolò (1615-1683) a tentare una via diversa per l'affermazione personale e famigliare: via che trovò - complice anche un buon matrimonio con Dorotea Alberti discendente di una famiglia di mercanti e possidenti - nella manifattura e nel commercio della seta, vale a dire nel settore che proprio verso la metà del Seicento, si rivelava il più redditizio per tutta l'area roveretana.