Filosofia della conoscenza e metafisica

A partire da Nuovo saggio sull'origine delle idee - la sua prima opera di grande rilievo, pubblicata nel 1830 - Antonio Rosmini delinea gli elementi portanti della sua filosofia della conoscenza che si oppone sia all'empirismo, sia all'idealismo di matrice kantiana, entrambi viziati, secondo lui, da tendenze soggettivistiche.
Il programma filosofico generale di Rosmini ha come obiettivo il recupero di una nozione oggettiva della verità, da cui il pensiero moderno sembra aver preso le distanze vuoi per superficialità, vuoi per disattenzione, vuoi per tutta una serie di equivoci che si sono lasciati proliferare a proposito della verità oggettivamente intesa. Il superamento di questi equivoci (primo tra tutti quello che fa della verità una minaccia alla libertà) richiede, secondo Rosmini, la ripresa della grande tradizione - ai suoi tempi fortemente decaduta - della filosofia cristiana e in particolare della filosofia dell'essere, adeguatamente riveduta e adattata alle problematiche e al lessico della modernità.
A partire dalle dottrine gnoseologiche - la più importante delle quali è costituita dalla teoria dell'idea dell'essere come forma dell'intelligenza -, Rosmini sviluppa nel corso dell'intera sua vita un'ampia ed originale metafisica (giustamente definita «metafisica della carità») che ha trovato nella postuma Teosofia la massima - ancorché incompiuta - esposizione.