La vita

Antonio Rosmini (1797-1855) trascorre a Rovereto, sua città natale, la prima parte della vita fino agli studi universitari, che intraprende a Padova, affermandosi ben presto per straordinarie doti di ingegno e virtù d'animo. Giovanissimo sente impellenti due nobili vocazioni, la consacrazione sacerdotale e religiosa e l'impegno culturale: nel 1821 viene ordinato sacerdote; nel 1830 pubblica a Roma la sua prima grande opera filosofica, Il Nuovo saggio sull'origine delle idee, che lo introduce nei più estesi rapporti sociali ed ecclesiastici.
Nel 1828 fonda l'Istituto della Carità e successivamente le Suore della Provvidenza. Contemporaneamente sviluppa la sua produzione scientifica spaziando in ogni campo del sapere: metafisica, psicologia, ascetica, morale, diritto, politica, estetica.
Stretto da profonda amicizia con Alessandro Manzoni, Niccolò Tommaseo, Ruggero Bonghi, Gustavo di Cavour, prende viva parte alle vicende risorgimentali. Nel 1848-1849, per ordine del Governo piemontese, viene inviato a Roma e a Gaeta presso Pio IX, assertore intrepido dell'unità e della libertà della nazione italiana.
Dal letto di morte a Stresa lascia come testamento spirituale tre parole: Adorare, tacere, godere: chi le raccoglie è l'amico fraterno Alessandro Manzoni. La mattina del 1 luglio 1855, per ordine personale di Cavour, il telegrafo da Torino in forma ufficiale e solenne tramette all'Italia e all'Europa la notizia della sua morte.