I Rosmini al Portone

Nicolò Ferdinando (1707-1753) il cronista

Primogenito di Ambrogio e di Cecilia Teresa Orefici, nacque a Rovereto nel 1707. Nel 1729 si laureò in diritto canonico e civile  presso il Collegio di S. Agnese a Mantova. In seguito attese in patria all'amministrazione dei beni familiari e all'attività pubblica.
Uomo colto (continuerà a dedicarsi agli studi di legge e di storia e al recupero della memoria famigliare), modesto e virtuoso, amante della patria e della famiglia, nel 1733 venne nominato Provveditore della città e consulente della comunità di Rovereto (partecipò attivamente alla stesura e rinnovo degli statuti di Rovereto ripubblicati nel 1737). Nello stesso anno (1733), interrompendo ogni attività per seguire un'improvvisa vocazione religiosa, entrò nel convento dei Francescani minori riformati di Cles, in Valle di Non,  prendendo il nome di frate Ambrogio, e nel 1739 celebrò la sua prima messa in S. Rocco a Rovereto. Amico e cugino di Jacopo Tartarotti, fratello di Girolamo, condivise con lui l'appassionata ricerca delle origini della famiglia, il cui frutto è la "Cronaca" una raccolta di dati, trascrizioni di documenti, estratti di atti pubblici e una ricca mole di appunti e annotazioni con cui, partendo dal capostipite Aresmino, ricostruì le vicende dell'intero casato dei Rosmini. Suo potrebbe essere anche l'"Arbore della nobile famiglia Rosmina", un olio su tela presente al secondo piano del palazzo, nel quale sono indicati i nomi dei primi antenati. Morì nel 1753 all'età di 46 anni. Ebbe due fratelli, Felice (morì giovane e celibe) e Giovanni Antonio, e tre sorelle Cristina (sposò Davide Formenti), Teresa e Cecilia (moriranno nubili dopo una vita trascorsa in casa).